Wednesday, May 02, 2007

La sera del dì di festa..

Da "I Canti" di Giacomo Leopardi

...Tutto è pace e silenzio, e tutto posa
Il mondo, e più di lor non si ragiona.
Nella mia prima età, quando s'aspetta
Bramosamente il dì festivo, or poscia
Ch'egli era spento, io doloroso, in veglia,
Premea le piume; ed alla tarda notte
Un canto che s'udia per li sentieri
Lontanando morire a poco a poco,
Già similmente mi stringeva il core.


Da che li ho potuti, anche se superficialmente, conoscere, mi son sempre ritenuto vicino a Leopardi e Schopenauer.

Ora dopo una settimana di vacanze per il 25 aprile e il Primo Maggio mi trovo a guardarmi indietro e pensare.. E' possibile che si sia perso tutto? il significato della festa intendo.. il 25 aprile è l'occasione per parificare il 24 a un normale sabato sera e "tirare tardi"? Il Primo Maggio è solo l'occasione per un "ponte"?

Non vorrei sembrare più "rosso" di quanto non sia, parlo di queste date perchè sono cronologicamente le più vicine a me.. ma potremmo parlare anche della notte tra il 24-25 dicembre per fare un esempio.. si è tutto appiattito? una festa è uguale all'altra e sono importanti solo perchè ci danno un sabato sera "bonus"? Allora ho ripensato a Leopardi e ho ricercato la sua poesia.. forse da allora non è cambiato niente..

So che passo sempre da asociale e "orso" ma l'intento di questo post è proprio l'inverso e cioè il "ricercare spazi di sana socialità", che senso ha infatti fare le 5 il sabato sera, magari ubriachi nella solitudine di una discoteca, e poi passare l'intera domenica a letto?

Godiamo delle piccole cose solo che la lentezza e la rilassatezza della "festa" possono darci (*), io sono per un caffè o un gelato e due chiacchere tra amici.. ;-)

*- Questa frase sa un po' dell'esordio Catulliano di "Vivamus, mea Lesbia, atque amemus" ;-)

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